Onorevoli Colleghi! - La riforma elettorale introdotta in Italia con la legge 21 dicembre 2005, n. 270, per molteplici e diverse ragioni oggetto di critica, ha accentuato la frammentazione partitica che è causa non secondaria delle disfunzioni del sistema politico italiano. Il modello «misto» della legge vigente, basato sul sistema proporzionale con premio di maggioranza per coalizione e l'elezione dei parlamentari secondo l'ordine di lista, con esclusione dei voti di preferenza, ha determinato fondati rilievi per l'inadeguatezza di tale sistema nel bicameralismo perfetto vigente in Italia e per la carenza di legittimazione democratica degli eletti.
La riforma elettorale, che attiene alle regole comuni della vita democratica, è materia tipica del confronto parlamentare tra maggioranza e opposizione, anche se in Italia non sono previste maggioranze qualificate per la sua approvazione.
Nella doverosa ricerca di un vasto consenso parlamentare, di non facile realizzazione, sembra opportuno proporre una soluzione di agevole comprensione costituita dal ripristino del precedente sistema elettorale maggioritario ad un turno con l'innovazione della riduzione sostanziale del rimborso elettorale per le liste che non superano la soglia del 4 per cento dei voti nelle elezioni per la Camera dei deputati.
Tale proposta ha il pregio, a nostro avviso, di ripristinare un sistema elettorale conosciuto e sperimentato che, per quanto perfettibile, incentiva il bipolarismo e di scoraggiare la frammentazione delle liste dei partiti minori e dunque il relativo potere